
Consacrare la pietra angolare
Secondo tempio
L’edificazione della seconda chiesa (anch’essa in legno) con cinque altari. Per essa, nell’anno successivo, i cittadini della Capitale acquistarono e donarono dei dipinti: la stigmatizzazione di san Francesco, sant’Antonio e la Madre di Dio. A causa del numero crescente di fedeli, la nuova chiesa risultò presto troppo piccola.
Pietra di fondazione
La posa della prima pietra per la costruzione della nuova chiesa. Iniziò la raccolta dei materiali necessari; nel frattempo commissionarono la progettazione all’architetto italiano Giovanni Battista Ceroni. I lavori iniziarono un decennio più tardi, durando diverse decine di anni e furono ripetutamente interrotti a causa della mancanza di fondi e delle epidemie che perseguitavano la città e delle guerre in corso.
Fasi di costruzione:
Costruzione del presbiterio
L’erezione – sotto la guida di Giovanni C. Ceroni – del presbiterio e delle cappelle: della Madre di Dio e di sant’Antonio (l’attuale sacrestia). Tra i generosi fondatori delle opere possiamo menzionare: Adam Kotowski, stolnik (siniscalco) di Wyszogród, nonché il re Giovanni III Sobieski (il guardiano del convento dell’epoca, p. Rafaello Grabia, fu il teologo della corte e il suo confessore).
Gettare le fondamenta
Costruzione del transetto
La costruzione del transetto, sotto la direzione di Giuseppe Fontana. I lavori furono avviati grazie all’intraprendenza e alla determinazione del guardiano dell’epoca, p. Gabrielle Welisewicz. Grazie a lui, in quel periodo, iniziò anche la costruzione del nuovo convento in mattoni (delle dimensioni attuali).
Lavori post-costruzione:
Decreto del re prussiano
Il decreto del re di Prussia, che sopresse il convento e mandò tutti i frati al convento di Warka. Tuttavia a causa delle guerre napoleoniche e dell’indebolimento dell’influenza prussiana nella Capitale, i francescani rimasero, limitandosi a perdere per un certo tempo solo una parte del convento (il cosiddetto noviziato in via Franciszkańska, 2) che viene modificata in una prigione.
Un’Accademia per formare i candidati al sacerdozio
Nella parte del convento detta il noviziato (in via Franciszkańska, 2) fu fondata – grazie all’impegno del Provinciale p. Giacomo Piasecki e con il consenso dello zar russo – l’unica nel Regno del Congresso, un’Accademia per formare i candidati al sacerdozio (nel 1864 venne trasferita in un più ampio convento ex-carmelitano sito in via Krakowskie Przedmieście).
Soppressione dell'intero monastero
La sopressione del convento, inflitta come sanzione penale per sostenere l’Insurrezione di Gennaio. I frati vennero espulsi da Varsavia e trasferiti con la forza al convento francescano di Calisia per l’estinzione. La chiesa fu assunta dalla diocesi che la trasformò in un tempio di guarnigione per i cattolici che prestavano servizio nell’esercito zarista; invece il convento venne confiscato dai Russi, e poi fu venduto e adattato per vari scopi secolari.
Il ritorno dei francescani a Varsavia
Su invito dell’Arcivescovo di Varsavia, mons. Alessandro Kakowski, i francescani, dopo 55 anni di assenza, tornarono nella capitale. Riuscirono a riappropriarsi solo dell’ala occidentale del convento. Gli anni tra le due Guerre Mondiali furono un momento di intensa ristrutturazione e rivestimento del tempio (l’installazione dell’impianto elettrico e di quello di riscaldamento, la copertura del tetto della chiesa con lamiera di zinco, la costruzione del nuovo organo, dei confessionali, il rinnovo degli altari, pittura delle pareti interne…) e anche la forte ripresa delle attività pastorale e culturale.
l’Insurrezione di Varsavia
Durante l’Insurrezione di Varsavia, la chiesa e il convento diventano un rifugio per centinaia di profughi. I frati si impegnavano attivamente nell’aiuto spirituale e materiale per i civili e gli insorti. Gestivano una cucina da campo e un punto di primo soccorso. Prestavano anche il servizio pastorale e paramedico in molti luoghi del Centro storico. In quel tempo, la chiesa e il convento vengono sempre più distrutti dalle granate nemiche.
Bombardamento della chiesa
Il bombardamento della chiesa da parte di un aereo tedesco (nel sottoterraneo muoiono 40 persone). Nella parte antica del convento in via Franciszkańska 2 (il cosiddetto noviziato), che ospitava un rifugio per ca. 300 anziani espulsi dalla regione della Grande Polonia, quel bombardamento provoca la morte di ca. 40 persone.
Presa del monastero da parte dei nazisti
L’occupazione del convento da parte dei nazisti. I francescani insieme con i rifugiati vengono internati. La chiesa e il convento, ormai danneggiati, diventano oggetto di saccheggio e di atti di vandalismo. Nel vecchio „noviziato” i tedeschi bruciano vive circa 80 donne inferme e ferite, riducendo l’edificio in un ammasso di rovine.
Assistenza caritativa
Prendendosi cura dei più poveri, i francescani erigono vicino al convento una spaziosa baracca, dove insieme con i volontari e la Caritas forniscono quotidianamente assistenza caritativa a quasi mezzo migliaio di bambini e giovani di Varsavia. Dopo quattro anni di servizio, il centro è stato chiuso dalle autorità comuniste.
Assistenza caritativa
Prendendosi cura dei più poveri, i francescani erigono vicino al convento una spaziosa baracca, dove insieme con i volontari e la Caritas forniscono quotidianamente assistenza caritativa a quasi mezzo migliaio di bambini e giovani di Varsavia. Dopo quattro anni di servizio, il centro è stato chiuso dalle autorità comuniste.
Ricostruzione dopo la guerra
L’intensiva ricostruzione e il rivestimento del tempio: posa dei nuovi soffitti e tetti (1945-46), del pavimento nel presbiterio (1945, 1948), la riparazione di entrambe le torri (1948), il rinnovo degli altari laterali (1945-63) e dell’organo (1949- 1953), l’installazione delle campane (1961), la ricostruzione dell’ambone (1964-66) e dell’altare maggiore (1973-83), il rinnovo della pareti esterne (1954, 2003; 2016), l’installazione dell’isolamento dalle infiltrazioni d’acqua (2004-15), il cambiamento del riscaldamento (2012-14) e dell’illuminazione (2015-16), l’allargamento della piazza di fronte alla chiesa (2017). Contemporaneamente continuava la graduale ricostruzione del convento: dapprima un adattamento dell’ala occidentale (parzialmente salvata) come abitazione (1945-46), di seguito la ricostruzione da zero di altre due ali (1950-54).
I lavori di ristrutturazione e di conservazione sono durati molti anni e sono ancora in corso. Grazie a ciò, il tempio sempre più riconquista il suo splendore originale.





